A tu per tu con Michele Pirro

Preciso, determinato e focalizzato sull’obiettivo. Il suo palmares è invidiabile. Ci ha visto crescere e lui con noi. Da San Giovanni Rotondo (FG) è arrivato fino alla top class più ambita e bramata da ogni pilota. Stiamo parlando di Michele Pirro che da più di 20anni porta in alto il nome dei Vircos Riders.

Michele non ha di certo bisogno di presentazioni e nonostante sia un pilota professionista affermato, con una schiera di risultati importanti alle spalle, ancora ringrazia e si emoziona per un semplice complimento. Un atteggiamento che non rispecchia i più, ma rispecchia la sua professionalità e dedizione. Una passione, quella delle moto, che lo coinvolge non solo nella velocità e nelle gare ma anche in tutto ciò che ne deriva: dall’alimentazione agli allenamenti in palestra, dalla bici al motocross, e chi più ne ha più ne metta.

Parlando con Michele ci viene in mente una citazione di Wayne Gardner: “Il talento naturale, la capacità di sfruttarlo e quindi la determinazione fanno la differenza tra i campioni potenziali e quelli che lo diventano sul serio. Se bevi, mangi e dormi pensando di essere un campione, o sforzandoti di esserlo, prima o poi lo diventerai…”.

Conosciamolo meglio.

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Non hai di certo bisogno di presentazioni. Pluricampione italiano, campione europeo, collaudatore ufficiale Ducati ed una carriera in WorldSBK ed in MotoGP con ottimi risultati. Tanti sogni nel cassetto probabilmente già esauditi, ma ne manca qualcuno? Quale traguardo ti sei prefissato nel prossimo futuro?

Intanto grazie del complimento. La cosa che mi è mancata di più è quella di non aver avuto la possibilità di fare un intero anno al mondiale con la stessa moto e con lo stesso team. Mi sarebbe piaciuto poter capire realmente il mio potenziale con una stagione completa. Devo dire però che sono molto contento del mio percorso. Sono cresciuto molto da quando sono in Ducati sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista umano. Anche se non ho fatto un’intera stagione in MotoGP sono molto contento di aver contribuito a rendere la moto sempre più competitiva e vincente e continuerò a dare sempre il massimo supporto a Ducati e alla squadra. In futuro il programma è sempre quello di fare qualche wild card, come terza moto ufficiale in MotoGP, oltre che continuare il mio impegno nel Campionato Italiano per portare in alto i colori della Ducati e della nuova V4.

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Che differenza c’è tra pilota e collaudatore? E tu in quale dei due ruoli ti riconosci di più?

La differenza è tanta. Il lavoro del pilota si svolge all’interno di un weekend di gara, le prestazioni devono essere sempre al massimo ad ogni turno e ad ogni gara. Il pilota deve sempre dare il tutto e per tutto. Per il collaudatore, invece, è diverso perché la giornata è lunga 8 ore quindi serve costanza, empatia e compromessi. Eh si, perché non solo bisogna pensare alle proprie esigenze ma anche accontentare la squadra mettendosi nei panni di chi, oltre a te, la guiderà. Il collaudatore deve far funzionare la moto anche per gli altri piloti e per gli altri stili di guida. Non è di certo un ruolo facile. Negli anni con Ducati abbiamo fatto passi da giganti, prima era guidabile per pochissimi – uno tra tutti Stoner – ora invece si adatta meglio all’intera squadra. Io ormai sono tanti anni che mi divido tra i due ruoli, forse quello che faccio ancora meglio è il ruolo di pilota, ma sono cresciuto molto anche come collaudatore, sono maturato tanto e ho accumulato molta esperienza.

Cosa significa per te sviluppare una moto per una delle più importanti case al modo come la Ducati?

Rappresentare Ducati, da italiano che vive solamente ad un ora dalla sede, è veramente un Sogno. Sono davvero contento di rappresentare un marchio così importante e poi… l’affetto dei ducatisti è veramente forte e particolare. Sono da sempre molto legato a Ducati, mi ha dato tanto e continueremo a fare grandi cose insieme con l’obiettivo di essere sempre vincenti in tutti i campionati.

Quando non corri, cosa fai? Qual è la tua routine quotidiana fuori dalle corse?

Dietro ad un pilota c’è tanto lavoro a casa. La mia routine quotidiana si basa soprattutto sull’allenamento 5/6 giorni a settimana. La preparazione fisica e mentale è fondamentale in questo sport. Durante il resto faccio una vita normale.

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La preparazione fisica e mentale è importantissima in uno sport come quello delle moto. Come ti prepari in previsione di un weekend di gara e come invece per la stagione successiva?

La preparazione fisica è fondamentale. Dedico più di 2h al giorno in palestra, più gli altri allenamenti esterni alla palestra. Ad esempio, a me piace molto andare in bici, è ottima per quanto riguarda il fiato e la resistenza. Poi ovviamente ci sono le uscite in moto perché bisogna sempre tenere allenati gli automatismi della pista e non solo. Sono appassionato di motocross e quando mi alleno mi diverto sempre molto e mi aiuta a rimanere concentrato e competitivo. Solitamente durante l’inverno con il mio preparatore atletico prediligiamo la forza, mentre invece durante la stagione puntiamo di più su elasticità e resistenza. Sicuramente quando ami quello che fai anche questa parte di allenamento costante pesa meno.

Ed invece, qual è la tua routine durante un weekend di gare?

Sono più di vent’anni che corro e la routine è sempre uguale. Certo, c’è sempre un po’ di scaramanzia, ma quello che soprattutto faccio di più è vivere la squadra. Essere in simbiosi con il team è fondamentale. Vittorie e sconfitte sono il frutto del lavoro di squadra. Si vince insieme e si perde insieme. La presenza, la volontà e la determinazione da ambo le parti sono le chiavi vincenti per poter raggiungere gli obiettivi stimati.

Quali sono i tuoi punti di forza come pilota?

I miei punti di forza come pilota sono la precisione, la costanza e la determinazione nel voler raggiungere degli obiettivi. Non mi accontento mai e cerco sempre il meglio e la perfezione.

Qual è l’episodio della tua carriera che ricordi ogni volta con un sorriso? E quale invece la tua più bella gara che ti è rimasta nel cuore?

La gara più bella ed emozionante che ho fatto è stata quella in Moto2 dopo la morte di Marco Simoncelli. Certo a ripensarci arriva sempre una stretta allo stomaco e lo sconforto per aver perso un amico, un pilota ed un collega. Venivamo da un weekend difficile e anche quello che era successo a Marco di certo non aiutava, eppure sono riuscito a dominare l’intera gara e a regalare un sorriso nonostante la tragedia passata. Ho dedicato la vittoria a Marco ed è stato molto emozionante. Di gare belle ne ho fatte tante e riprendendo Enzo Ferrari “la vittoria più bella è quella che deve ancora arrivare”.

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Come ti sei avvicinato al marchio Vircos e cosa vuol dire per te essere un Vircos Rider?

Sono legato al marchio Vircos da più di 20 anni, praticamente da quando ho iniziato a correre. Ricordo ancora la prima volta che andai in laboratorio. È stato bellissimo ed emozionante vedere da vicino il dietro alle quinte di una tuta da moto e la qualità e la dedizione che ci mettevano nel realizzarla. Per me Vircos è più una seconda famiglia che un marchio. Con Aldo c’è un rapporto di amicizia molto forte, siamo sempre stati molto trasparenti, leali e orientati all’obiettivi. Insieme siamo riusciti a fare grandi cose, abbiamo fatto la storia, abbiamo costruito la casa dalle basi fino ad arrivare al più alto livello di competizione al mondo: la MotoGP. Abbiamo fatto entrambi un percorso di crescita e abbiamo superato anno dopo anno gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Ora Vircos è uno dei marchi leader al mondo del settore ed io sono orgoglioso di essere stato uno dei primi piloti ad essere portabandiera del brand e a portarlo in pista. Devo molto ad Aldo e a tutta la famiglia che c’è dietro a Vircos. Sono ragazzi eccezionali, tutti puntiamo al meglio e con loro mi sento sempre al sicuro e pronto a sfidare i miei limiti. Avere un partner come Vircos al tuo fianco con cui ci sei cresciuto insieme è sempre una bella storia da raccontare.

Siamo estremamente orgogliosi di avere nel nostro team Michele Pirro, un ragazzo eccezionale con cui siamo sicuri di scrivere nuove ed emozionanti pagine da aggiungere ad una già bellissima storia da raccontare.